Una squadra coesa e in campo su tutto il territorio nazionale. SISMIKO è il Gruppo Operativo di Emergenza dell’INGV che si occupa del coordinamento delle Reti Sismiche Mobili di Pronto Intervento in emergenza.
La sua attività si svolge direttamente nel cuore delle zone colpite da forti terremoti per migliorare il monitoraggio del territorio e perfezionare la raccolta dei dati sugli eventi sismici.
Abbiamo intervistato Milena Moretti, tra i “padri fondatori” di SISMIKO e oggi sua Coordinatrice, per scoprire i dettagli del suo lavoro e conoscere meglio le attività in cui è coinvolto il Gruppo Operativo.
Milena, in cosa consiste il lavoro di SISMIKO e qual è la sua mission?
SISMIKO è uno dei cinque Gruppi Operativi ufficiali dell’INGV, con cui ci coordiniamo costantemente, soprattutto nelle fasi emergenziali. L’obiettivo fondamentale del nostro Gruppo, che è alla base di tutto il nostro lavoro, è quello di migliorare il monitoraggio delle zone colpite da forti terremoti o da sequenze sismiche.
Migliorarlo significa recarsi concretamente sul territorio e installare nuove stazioni sismiche, la cosiddetta Rete Sismica Temporanea (o Mobile), per aggiungere dei punti di osservazione e perfezionare la localizzazione degli eventi successivi. Ciò ci consente di affinare i dati relativi alle coordinate epicentrali e alla profondità ipocentrale dei terremoti, ma anche di aumentare il numero di eventi sismici che siamo in grado di registrare. Questo perché maggiore è il numero delle stazioni presenti in una data area, maggiore sarà anche il numero di terremoti localizzati, poiché si riuscirà a registrare anche le scosse più piccole che altrimenti sarebbero “invisibili” alle reti sismiche meno dense.
Tutto ciò aiuta moltissimo nel servizio di monitoraggio e di sorveglianza sismica che svolgiamo come INGV, perché tutte le nostre stazioni registrano in tempo reale e i dati raccolti vengono immediatamente integrati nel sistema nazionale; ma il nostro lavoro ha un ruolo importante anche per la ricerca. Sia dopo il terremoto de L’Aquila del 2009 che dopo quello di Amatrice del 2016, infatti, i nostri cataloghi sismici sono stati arricchiti da una imponente mole di dati raccolti anche grazie alla nostra Rete Mobile.
La nostra mission, quindi, è quella di migliorare il servizio di monitoraggio sismico del nostro territorio ai fini della protezione civile e della ricerca sismologica e, soprattutto, di fare ciò nel minor tempo possibile: ci attiviamo per gli eventi di magnitudo superiore a 5.0 (nonostante ci capiti di lavorare anche su sequenze sismiche molto più piccole) e interveniamo generalmente entro poche ore dalla scossa.
Da quanto tempo ricopri il ruolo di Coordinatrice di SISMIKO?
Da sempre! SISMIKO nasce ufficialmente nel luglio del 2015, ma in realtà esiste da molto prima. La prima volta che ci siamo detti “Ok, creiamo un Gruppo” e abbiamo coniato il nome “SISMIKO” era il 12 dicembre 2011, quindi abbiamo da poco festeggiato il nostro nono compleanno. Io e tanti altri colleghi abbiamo voluto fortemente questo progetto: è in una certa maniera “figlio” di una lunga tradizione di pronto intervento sismico che l’INGV ha sempre svolto, anche quando - prima del 1999 - era ancora ING.
SISMIKO è quindi un progetto “corale”. Da quanti colleghi è composto?
Circa 90, distribuiti su tutto il territorio nazionale, nelle varie Sedi e Sezioni dell’Istituto. Questo per me è uno degli aspetti più belli del nostro Gruppo: è stato complesso metterci insieme, ma fortemente voluto da tutti, e in fondo il bello è proprio questo. Essendo presenti praticamente in tutta Italia abbiamo il vantaggio di poter intervenire in brevissimo tempo ovunque.
Cosa significa per te ricoprire l’incarico di Coordinatrice di questo Gruppo?
A livello personale è un privilegio. SISMIKO rappresenta per me un grandissimo successo: l’ho fortemente voluto da sempre. È poi una grande responsabilità nei confronti dell’Ente, per l’impegno che l’INGV ha con il Dipartimento della Protezione Civile, cui, in caso di crisi sismica, dobbiamo delle risposte tecnico-scientifiche su quanto sta accadendo. Grazie al nostro lavoro sul campo, aumentando i punti di osservazione miglioriamo l’informazione che possiamo trasmettere ai decisori.
Ma è una responsabilità anche nei confronti dei colleghi, e di questa cosa il più delle volte mi rendo conto soltanto a emergenza passata. Perché una parte importante del mio lavoro consiste nel decidere chi si recherà materialmente in area epicentrale, e non è mai una scelta banalissima.
Pianificare un’emergenza e successivamente affrontare gli imprevisti che questa porta con sé è una sfida che mi ha sempre stimolato tantissimo. La difficoltà nella gestione delle emergenze sta infatti proprio nel dover immaginare quello che succederà, quello che andrà fatto e come. Poi però arriva il momento e tutto questo va messo in pratica, e solo allora ti accorgi se tutto quel lavoro di pianificazione lo hai fatto bene o male. Questo è quello che in genere testiamo nelle esercitazioni, ma non c’è niente da fare, quando arriva l’emergenza c’è sempre qualcosa che può andare storto: la macchina che non parte, la stazione che non funziona nonostante il giorno prima fosse perfetta… In ogni caso dobbiamo saper affrontare tutte le incognite che si presentano.
Qual è stato, in questi anni, l’episodio professionale più importante, avvenuto nell’ambito delle attività di SISMIKO, che ti piacerebbe raccontare?
Ce ne sono davvero tantissimi e mi risulta difficile sceglierne solamente uno. Ricordo ogni singola sequenza sismica su cui ho lavorato: a volte ci prendono in giro, ma la verità è che ormai noi scandiamo la nostra vita in base al prima e al dopo di ogni emergenza. Ognuna significa per noi qualcosa, sul piano professionale ma anche e soprattutto su quello umano.
Uno degli episodi professionali più belli e che ricordo con più piacere però è stato sicuramente l’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel 2018 è venuto in visita nella Sede di Roma dell’Istituto. Rappresentavo SISMIKO e ricordo che il Presidente fece delle domande a ognuno di noi Coordinatori dei Gruppi Operativi: fu un momento molto emozionante e credo un grande riconoscimento per chi volle e riuscì a organizzare quell’incontro.
Nel tuo lavoro si ha a che fare prevalentemente con le emergenze, quindi il tema è assolutamente delicato. Ma esiste una dimensione più informale e “leggera” nelle vostre attività?
Fortunatamente sì. Devo dire che, per quanto il nostro lavoro ci porti inevitabilmente ad avere a che fare con tematiche delicate e complesse, il fatto di lavorare con degli amici prima ancora che con dei colleghi aiuta moltissimo, anche nelle situazioni più difficili, a trovare il “buono” in quello che si sta facendo.
Banalmente mi viene da pensare ad esempio a come ogni volta che si va sul posto e qualche persona ti accoglie in casa per installare una stazione spesso lo fa offrendoti un caffè. Da questo punto di vista vedere i cittadini che capiscono il tuo lavoro e in qualche modo ti aiutano a portarlo a termine è una grande soddisfazione e ti fa sentire utile.
E poi ci sono tutti i momenti che collezioniamo nel corso delle tante esercitazioni e degli esperimenti che facciamo durante l’anno: si sta insieme, ci si conosce meglio ed escono fuori sempre degli episodi divertenti.
I cambiamenti introdotti dall’emergenza Covid-19 nelle tradizionali modalità di svolgimento del lavoro - come, ad esempio, il ricorso allo smartworking - hanno influito sulla tua attività?
Tantissimo, come per la maggior parte delle persone. Per forza di cose, ci si è concentrati su prodotti che potevano essere realizzati da remoto e ciò ci ha dato modo di portare a termine lavori da tempo in cantiere. Per quanto ci riguarda non posso non citare la pubblicazione del sito di SISMIKO (
D’altro canto, però, come è logico manca moltissimo il contatto umano con le altre persone e con i colleghi: manca guardarci in faccia, mancano le strette di mano, mancano le espressioni del volto e il tono della voce. Stiamo lavorando da remoto e la maggior parte dei contatti li abbiamo via mail o in videoconferenza, che sono degli strumenti senza dubbio fondamentali in questa fase ma che non restituiranno mai la pienezza, la genuinità e l’empatia della comunicazione faccia a faccia.
Cosa farà SISMIKO appena sarà di nuovo possibile tornare in sicurezza a una socialità più offline?
Spero davvero un’esercitazione in campagna: ne parlavo con i colleghi giusto qualche giorno fa. Ci siamo detti che appena si potrà ce ne andremo tutti insieme da qualche parte perché è qualcosa che ci manca davvero molto.
E poi direi che l’impegno è quello di continuare a migliorarci: diventare sempre più bravi, fare sempre prima, fare meno errori, condividere con gli altri - dentro e fuori dall’Ente - le nostre attività. E poi, beh, poi si vedrà!