Conoscete ITED, il database degli effetti degli tsunami in Italia? Si tratta di uno strumento online liberamente consultabile, ricco di interessanti informazioni.
Per saperne di più abbiamo intervistato Alessandra Maramai, primo ricercatore dell’INGV che si occupa da tempo dello studio dei maremoti.
ITED è un acronimo che sta per Italian Tsunami Effect Database. Si tratta del primo database degli effetti prodotti dai maremoti sulle coste italiane. Il catalogo contiene più di 300 osservazioni e temporalmente spazia dal 79 dopo Cristo fino ad oggi.
Per ogni evento è presente una descrizione il più dettagliata possibile degli effetti prodotti nelle diverse località. Si possono trovare dati quantitativi come il numero delle onde osservate, la loro altezza e il così detto il run-up, cioè la quota massima raggiunta dall’onda rispetto al livello del mare. A volte l’onda che arriva sulla costa provoca un’erosione del terreno, altre volte invece l’onda lascia sul terreno stesso dei depositi: questi segni vengono utilizzati, tramite misure topografiche, per stabilire a quale massima altezza è arrivata l’acqua. Ma non è tutto: tra le informazioni presenti in ITED è possibile trovare la misura di quanto si è ritirato il mare o il numero di eventuali vittime.
Chiaramente per gli eventi più datati le informazioni in nostro possesso sono minori; il catalogo mette insieme, ad oggi, 73 tsunami che hanno avuto origine nei nostri mari.
Come è stato messo a punto?
ITED nasce come una derivazione del catalogo degli tsunami in area euro mediterranea, l’EMTC, realizzato nell’ambito di progetti europei e pubblicato nel 2014. Sia EMTC che ITED sono realizzati in ambiente ArcGIS. ma mentre EMTC si focalizza sulla sorgente che genera lo tsunami come un terremoto, una frana sottomarina o un’eruzione vulcanica, ITED evidenzia gli effetti prodotti nelle singole località interessate dall’evento. Per trovare queste informazioni abbiamo portato avanti delle ricerche e delle analisi molto accurate di tutti gli studi disponibili in letteratura, utilizzando oltre 300 fonti bibliografiche.
Dei 73 tsunami italiani presenti nel database quali sono stati i più forti e dove sono avvenuti?
Fortunatamente circa il 75% degli tsunami avvenuti in Italia sono stati caratterizzati da bassa intensità e hanno provocato, in alcuni casi, danni molto lievi. Altri, purtroppo, sono stati particolarmente distruttivi; è il caso dello tsunami avvenuto a Messina nel 1908, a seguito di un forte evento sismico che interessò la Sicilia e la Calabria. In questo caso ci furono migliaia di vittime e gravi danni alle località colpite. In Calabria l’acqua arrivò a 13 metri di quota (run-up).
Ricordiamo poi la sequenza sismica avvenuta anche questa volta in Calabria nel 1783: avvennero due maremoti uno più leggero, l’altro molto forte. Era il 6 febbraio e, a seguito del sisma, un pezzo di montagna vicino a Scilla crollò in mare. L’evento provocò la morte di oltre mille persone, colte impreparate: si erano rifugiate in spiaggia proprio per mettersi in salvo dal terremoto.
C’è stato poi il sisma del 1693, dove parte della città di Catania venne allagata, e quello avvenuto in Puglia nel 1627 che causò il prosciugamento del lago di Lesina. In quel caso lo tsunami colpì le coste del Gargano e a Manfredonia l’acqua superò le mura della città.
In tempi più recenti ricordiamo lo tsunami che si è verificato nell’isola di Stromboli nel dicembre del 2002. Durante un periodo di forte attività del vulcano si depositò un eccessivo accumulo di sedimenti sulla Sciara del fuoco che causò una frana di grandi dimensioni. Il maremoto che ne derivò colpì tutta l’isola e l’altezza dell’acqua arrivò fino a 11 metri (run-up). In questo caso ci furono gravi danni alle abitazioni e alle strutture ricettive. Le onde arrivarono a Panarea, danneggiando il porto, a Ustica dove misero in difficoltà un traghetto che stava partendo, fino a Milazzo, arrivando quindi anche nella penisola.
Qual è l’utilità di questo database?
Per come è strutturato il database ITED consente di conoscere in modo puntuale e preciso gli effetti prodotti dagli tsunami lungo le coste italiane e, per ogni maremoto, si può visualizzare la mappa delle diverse intensità, il numero delle volte che uno tsunami è avvenuto in una data località e con quali conseguenze.
L’utente che consulta il database ha a disposizione un vero e proprio excursus storico degli eventi che hanno colpito il territorio italiano; si tratta di dati che possono essere molto utili per gli studi di pericolosità da tsunami delle nostre coste.
Come e dove è possibile consultare questi dati?
Il database ITED è liberamente consultabile online al
Per concludere, quali saranno i prossimi passi della ricerca nell’ambito?
ITED è oggetto di un continuo aggiornamento. Non solo per quanto riguarda i nuovi eventi ma anche per i più datati e per quelli più deboli. Ciò è necessario perché alcuni maremoti sono più attendibili di altri. Sono un esempio gli tsunami riportati sulle coste della Liguria in quanto nella zona spesso avvengono delle forti mareggiate che possono essere scambiate per tsunami. Inoltre stiamo lavorando ad un progetto dove studiamo anche i meteo che avvengono in caso di particolari condizioni meteorologiche ma sono del tutto simili a quelli che possono seguire a terremoti o eruzioni. Uno degli obiettivi futuri è quello di includere nel database anche questi fenomeni.
Per approfondire: