Carta d’identità
Nome: Claudia Corradino
Anni: 31
Qualifica: Assegnista di Ricerca
Sede: Sezione Osservatorio Etneo di Catania
Campo di attività: Pericolosità Vulcanica
Colore preferito: Ottanio
Determinazione, passione e curiosità hanno portato Claudia Corradino ad essere una stimata giovane ricercatrice. Appassionata di letteratura inglese dell’800, sogna una conversazione sul rapporto tra fede e scienza con Albert Einstein. Esperienze all’estero ma radici ben piantate nella città figlia della “Grande Mamma” hanno tracciato la via di Claudia che sogna di raggiungere importanti traguardi a livello scientifico e, perché no, una giusta stabilità lavorativa.
Cosa o chi ti ha avvicinata al mondo della vulcanologia?
Vivere nella città con uno dei vulcani più attivi al mondo ed assistere alle spettacolari eruzioni dell’Etna mi ha sicuramente condizionato in tal senso. Quando sono stata coinvolta dal mio relatore di tesi di dottorato in Ingegneria dei sistemi in una nuova attività di ricerca relativa all’utilizzo di nuovi metodi per il monitoraggio dell’Etna dallo spazio, ho subito colto questa straordinaria opportunità. Da allora, sono coinvolta nello sviluppo di tecniche avanzate per l’elaborazione dei dati satellitari per l’analisi ed il monitoraggio dei fenomeni vulcanici.
Da bambina cosa sognavi di diventare “da grande”?
La ricercatrice. Sebbene allora non avessi ben chiaro cosa significasse, attratta com’ero dalla matematica e la scienza, pensavo di voler scoprire cose che nessun altro aveva ancora scoperto ed aiutare così la comunità.
Che materie ti appassionavano a scuola?
La matematica e le scienze ma anche il disegno artistico.
C’è stato un “mito” di riferimento a cui ti sei ispirata?
Oltre ai grandi scienziati ed ai grandi filantropi che mi hanno sempre ispirata, mia madre è sicuramente stata una grande fonte di ispirazione per me.
Dove ti sei laureata e che ricordi hai del tuo percorso universitario?
Ho preso la laurea triennale e la laurea magistrale in Ingegneria all’Università di Catania ed un Master’s Degree all’Imperial College di Londra. Ho dei bei ricordi, sebbene fossero periodi intensi ed impegnativi, mi hanno formata molto ed ho avuto la possibilità di conoscere delle persone speciali a me vicine ancora oggi.
Il momento più emozionante della tua “giovane” carriera?
Uno dei momenti più emozionanti è stato vincere la prestigiosa borsa di ricerca Fulbright per lavorare ad un importante progetto di ricerca alla University of Pittsburgh, USA.
Invece il momento più emozionante nella tua vita privata?
Il giorno del mio matrimonio è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita privata.
Cosa pensi che saresti diventata se non avessi fatto la ricercatrice?
Credo che avrei lavorato in azienda o avrei insegnato a scuola.
Da quanto tempo sei all’INGV?
Da quasi due anni.
Qual è la prima cosa che fai quando torni a casa?
Una doccia per rilassarmi dopo una giornata di lavoro.
Come hai vissuto questo periodo di lockdown?
Sebbene sia stato un periodo triste per tutti, ho cercato di sfruttare al meglio il tempo a disposizione. A parte il lavoro che mi teneva occupata la maggior parte del tempo, ho letto molto, ho cercato di fare un po’ di attività fisica in-door e, come tutti, mi sono armata di lievito e farina per sperimentare qualche ricetta.
Qual è, secondo te, la scoperta scientifica che cambierebbe la storia della vulcanologia?
La formulazione di un modello per la predizione degli eventi vulcanici.
Una città che hai visitato che ti è rimasta nel cuore e una in cui hai sempre sognato di trasferirti?
Sin da bambina sognavo di trasferirmi a Londra. Nel 2013 ho realizzato questo sogno per frequentare un corso di studi. Sebbene io abbia poi scelto di tornare in Italia, è sicuramente la città che mi è rimasta nel cuore.
Quali sono stati i tuoi viaggi più belli?
Il viaggio alla scoperta del Madagascar è stato tra i più belli fatti sin ora. È uno tra i luoghi più incontaminati che io abbia mai visto, con circa l’80% di specie endemiche ed una popolazione meravigliosa. Il sorriso dei bambini che incontravamo nei nostri percorsi era disarmante, sempre felici nonostante le condizioni avverse in cui vivono.
Qual è la tua principale inquietudine?
La precarietà. Spero presto di riuscire a stabilizzarmi e realizzarmi professionalmente.
La conversazione che non hai mai fatto e che ti sarebbe piaciuta fare…con chi?
Una conversazione sul rapporto controverso tra fede e scienza con Albert Einstein.
Come ricercatrice è sempre tutto spiegabile?
La realtà che ci circonda è talmente complessa che per poterne studiare le sfaccettature si procede sfruttando dei modelli matematici “ideali” che, per quanto precisi, costituiranno sempre un’approssimazione della stessa; premessa che attribuisce alle evidenze scientifiche la funzione di impulso per la ricerca che è sempre in divenire: “ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano” (I. Newton).
La tua promessa mantenuta e quella che non sei riuscita a mantenere…
La promessa che ho mantenuto con me stessa è stata riuscire a laurearmi nei tempi previsti (una rarità per il mio corso di laurea all’epoca) senza tralasciare le relazioni sociali ed il divertimento. Quella che non sono riuscita a mantenere è stata riuscire a tornare a Londra, per me una seconda casa, con regolarità e maggiore frequenza.
Il tuo amore a prima vista?
Uno chalet all’interno del parco dell’Etna, a circa 1700 s.l.m. La prima volta che lo vidi, era il periodo di Natale ed era immerso nella neve.
Qual è il tuo X-Factor?
La tenacia, se ho un obiettivo, mi impegno con tutte le forze per raggiungerlo.
Ti piace lo sport?
Si, e credo fermamente che “Mens sana in corpore sano”.
Ne hai mai praticato qualcuno?
Ho fatto per molti anni danza fino al liceo. Dal periodo universitario ho cominciato a praticare vari sport come fit-boxe, spinning, trx.
Ascolti musica?
Si, molto spesso.
Qual è il tuo genere preferito?
Non ho un genere preferito, passo dalla musica classica alla musica country, dal pop al rock in base ai momenti.
Libro preferito?
Sono sempre stata amante della letteratura inglese dell’800; mi piacciono molto le descrizioni dei paesaggi, di quel periodo storico e delle dinamiche sociali che caratterizzano i personaggi narrati. Tra i miei autori preferiti annovero Charles Dickens che con “Tempi Duri” mette in luce i mali sociali del tempo e le conseguenze negative portate dall’industrializzazione e Jane Austen che in ”Orgoglio e pregiudizio” descrive in maniera particolareggiata l’ambientazione, gli usi, i modi di pensare e le tradizioni dell’epoca.
Se dovessi ricordare un tuo “primo giorno” quale ricorderesti?
Ho insegnato alla University of Maryland Global Campus presente nella base americana di Sigonella a Catania. Ricordo ancora il mio “primo giorno”, era la prima volta che insegnavo a livello universitario ed in un’altra lingua a studenti adulti con dei background molto eterogenei. Fortunatamente andò molto bene, è stata una bellissima esperienza.
Cosa fai quando non sei a lavoro?
Trascorro del tempo con la mia famiglia e gli amici, faccio sport, volontariato, leggo, viaggio.
Hai un posto del cuore?
Una caffetteria dove solitamente vado con mia madre per chiacchierare. Andiamo lì da molti anni ed è uno dei pochi posti dove preparano il caffè con la moka che noi adoriamo.
La tua maggior fortuna?
Mi ritengo molto fortunata sotto tutti i punti di vista, sia familiare che lavorativo.
Nella tua valigia non può mai mancare?
Adoro fotografare paesaggi e scorci nascosti ovunque io vada, quindi direi una fotocamera (anche quella dello smartphone va bene) ed un libro che mi tenga compagnia durante il viaggio.
In cucina sei più da dolce o da salato?
Assolutamente salato.
Piatto preferito?
Pasta alla norma.
Ti piace cucinare?
Diciamo che non mi dispiace, ma in genere preferisco preparare un piatto veloce per poter dedicare il mio tempo ad altro.
Una cosa che hai capito “da grande”?
Che il mondo non è perfetto come pensavo, che troppo spesso i “grandi” non agiscono per il bene comune e del prossimo, ma sono solo guidati dalla brama di potere e di ricchezza.
Ultima domanda: qual è la canzone che non smetteresti mai di ascoltare?
“Blood Brothers” di Bruce Springsteen.