Figura 1 – Schema dei tipi di eruzioni vulcaniche e dei relativi sistemi di alimentazione etnei (Schema geologico di M. Neri, INGV-OE).
Foto 2 - Area craterica sommitale dell’Etna, ripresa da Sud-Est (Foto di M. Neri, INGV-OE)
Foto 3 – Violenta attività stromboliana (fontana di lava), accompagnata dall’emissioni di copiosi flussi lavici, avvenuta il 24 Aprile 2012 al Nuovo Cratere di Sud-Est. A destra, scorcio della Chiesa madre di Zafferana Etnea. Foto di M. Neri.
Ubicazione e altezza massima: Sicilia orientale, 37.748°N -14.999°E; M.Etna= 3324 m s.l.m.
Superficie: ≈1250 km2
Tipo di vulcano: stratovulcano
Tipi di eruzioni prevalenti: effusive, stromboliane
Fenomeni prevalenti: degassamento dai Crateri Sommitali, eruzioni sommitali e laterali, deformazioni del suolo, sismicità
Inizio attività eruttiva: ≈500.000 anni
Ultima eruzione: Dicembre 2018
Stato di attività: attivo
Livello di allerta (attuale): Base
Il Monte Etna è il più alto vulcano attivo dell’Europa continentale. Ha una storia eruttiva molto lunga che va avanti da oltre mezzo milione di anni, ma solo negli ultimi centomila anni il vulcano ha assunto la forma conica che oggi lo caratterizza.
Il magma risale in superficie attraverso un condotto centrale aperto che libera continuamente le fasi gassose, generando il caratteristico pennacchio osservabile sulla cima del vulcano.
L’attività eruttiva attuale può essere classificata in tre differenti categorie (Figura 1):
-
attività persistente: degassamento continuo dai Crateri Sommitali (Foto 2), che può evolvere anche in attività stromboliana di bassa energia.
-
eruzioni terminali e subterminali: eruzioni laviche e/o fontane di lava (Foto 3) che avvengono dai Crateri Sommitali presenti sulla cima del vulcano (terminali) o dalle loro immediate prossimità (subterminali).
-
eruzioni laterali ed eccentriche: avvengono da bocche eruttive che si aprono lungo le pendici del vulcano, alimentate da magma che risale lungo il condotto centrale (eruzioni laterali), o attraverso condotti indipendenti da quello centrale (eruzioni eccentriche).
Le eruzioni laterali ed eccentriche hanno formato varie centinaia di coni piroclastici avventizi, per lo più concentrati in tre principali settori conosciuti come “rift vulcanici” (Rift di Sud, il Rift di Ovest ed il Rift di Nord-Est).
I coni avventizi che si accrescono l’uno accanto all’altro lungo la medesima fessura eruttiva formano le cosiddette “bottoniere”. Le loro dimensioni, estremamente variabili, possono raggiungere volumi considerevoli (fino a quasi 100x106 m3). Dalle bocche eruttive hanno origine flussi lavici (temperature T = 1.150-1.050 C°) generalmente molto fluidi, che possono spingersi a vari chilometri di distanza in relazione al tasso di effusione, all’inclinazione del pendio sul quale scorrono ed alle caratteristiche chimico-fisiche del magma.
Le eruzioni laterali ed eccentriche sono le più pericolose per le popolazioni etnee, poiché tendono a ricoprire e distruggere le numerose città che sorgono sulle pendici del vulcano, abitate complessivamente da quasi un milione di persone.
Il fianco orientale dell’Etna è continuamente deformato e traslato verso Est e Sud-Est attraverso lenti movimenti del suolo, con tassi di deformazione medi a volte superiori a 2-4 cm/anno. I settori instabili sono delimitati, in superficie, da faglie attive che attraversano zone densamente urbanizzate.