Dai primi prototipi di OBS (Ocean Bottom Seismometer) che hanno permesso di registrare migliaia di eventi sismici sottomarini del vulcano Marsili, passando per la nuova stazione sismica portatile PGS1, fino ad arrivare ai progetti futuri come la realizzazione della stazione di allerta tsunami nello Ionio orientale, il progetto Early Warning e la realizzazione della stazione mareografica sull’Isola di Ustica. Abbiamo chiesto al responsabile di questo laboratorio così attivo e importante per l’INGV, Giuseppe D’Anna, di raccontarci tutto dell’OBS & Earth Lab di Gibilmanna dell’Osservatorio ETNEO.
Dove nasce l’OBS Lab?
L’OBS Lab nasce alla fine del 2004 con lo scopo di progettare e realizzare strumentazioni per il monitoraggio sismico sottomarino.
Quali strumentazioni avete realizzato?
Come prima attività viene realizzato un prototipo di OBS (Ocean Bottom Seismometer) a larga banda, strumento non presente fino a quel momento in Italia. Tale prototipo nel 2006 è stato ampiamente testato sul vulcano sottomarino Marsili e, in 9 giorni, l’OBS ha registrato oltre 1000 eventi sismici di chiara origine vulcanica e ha fornito, per la prima volta, evidenza sperimentale della persistente attività idrotermale del vulcano. Tale prototipo è stato successivamente riprodotto in 7 esemplari denominati OBS-A.
Un vero successo…
Nel 2014 sono stati realizzati 10 unità di OBS-P da prospezione per partecipare, unitamente ai colleghi spagnoli, alla campagna TOMO ETNA. Il numero di OBS-P crescerà fino a 16 nel corso del 2022.
È stato aggiornato in questi anni?
L’OBS-A ha subito un upgrade sostanziale, evolvendo nella versione OBS-B. Ad oggi la somma delle due versioni con sensore a larga banda ammonta a 18 unità, numero che crescerà fino a 26 nel corso del 2022.
C’è stata quindi una evoluzione tecnologica nel campo…
Durante gli ultimi anni le tecnologie sviluppate per il settore marino sono state applicate al settore terrestre e l’OBS Lab diviene OBS & Earth Lab di Gibilmanna. Dal 2017, su sollecitazione dei colleghi della sezione di Catania, sezione alla quale l’OBS and Earth Lab afferirà a partire dal luglio 2020, è stato progettato e realizzato il sensore ETL3D-5s.
Altri progetti in corso?
Parallelamente, è stata sviluppata la nuova stazione sismica portatile PGS1. Il progetto ha avuto l’intento di fornire una soluzione a basso costo per le reti di monitoraggio sismico, che fosse compatta, resistente agli agenti atmosferici e soprattutto avesse una lunga autonomia operativa. A tal fine è stata realizzata la PGS 1 una stazione compatta, comprendente il registratore SeismoLog, già sviluppato per gli OBSP, il sensore sismico ETL3D/5s e dotata di grande autonomia operativa (due mesi).
A seguito di un accordo di programma tra DGS-UNMIG, INGV e Assomineraria, come prima attuazione della Convenzione tra INGV ed Edison è stata realizzata la stazione sismica “ROSPO” all’interno di un conductor pipe della piattaforma “ROSPO C” situata al largo di Vasto (CH). Il personale dell’INGV afferente all’OBS & Earth Lab ha provveduto all’installazione, sul fondale del conductor pipe D, di un OBS (Nanometrics Trillium OBS 120 s – 100 Hz) che acquisisce i dati e li trasferisce, in tempo reale, tramite la rete messa a disposizione da Edison, alla sala di monitoraggio INGV di Roma. L’OBS & Earth Lab ha curato tutta la logistica di deposizione, progettando sistemi ad hoc finalizzati alla massimizzazione del rapporto segnale/rumore.
Lo scorso anno, nell’ambito del progetto PON EWAS, di cui l’INGV Sezione di Catania è capofila, a seguito di una convenzione con l’Università Kore di Enna, è stato installato presso il LEDA (Laboratorio di Dinamica sperimentale) un sistema di calibrazione secondaria per sensori sismici, che a breve, con l’acquisizione di ulteriore strumentazione, evolverà in un sistema per la calibrazione primaria per il rilascio del certificato di calibrazione secondo la norma ISO 16063-11. Il servizio, oltre che agli Istituti ed Enti di ricerca, sarà disponibile per le aziende del settore privato. Questa tipologia di calibrazione dei sensori, ancora oggi, non è presente in Italia.
Altra attività in corso presso l’OBS & Earth Lab è l’estensione della rete sismica a mare, fortemente voluta e sostenuta dal Presidente Carlo Doglioni, nell’ambito del progetto PON INSEA. Tale estensione prevede l’installazione, presso 5 piattaforme Oil & Gas gestite da Eni ed EDISON (oggi ENERGEAN), di 5 stazioni multi-parametriche sottomarine dotate di sensore sismico larga banda, idrofono, sensore assoluto di pressione, CTD, Turbidimetro e Sensore di Ossigeno disciolto. Tali moduli saranno deposti nelle aree di rispetto delle piattaforme e connesse attraverso un cavo elettromeccanico. I segnali acquisiti perverranno, in tempo reale, attraverso collegamenti in VPN, alle sale di monitoraggio dell’INGV. La supervisione e il controllo delle stazioni saranno curate da remoto dal personale dell’OBS & Earth Lab.
Davvero tanti progetti…cosa avete in mente per il futuro?
Nell’immediato futuro, l’OBS & Earth Lab vede il suo coinvolgimento nella realizzazione dei seguenti progetti: un cavo strumentato da posare sul bordo della Sciara del Fuoco dell’Isola di Stromboli; la realizzazione della stazione di allerta tsunami nello Ionio orientale; il progetto Early Warning; la realizzazione della stazione mareografica sull’Isola di Ustica.