“È un piccolo recipiente circolare lateralmente forato in otto parti indicanti i quattro punti cardinali e gli intermedii. Sito in un piano perfettamente orizzontale, e ripieno di mercurio che lambe i fori, e che, per conseguenza, può versarsi ad ogni lievissima oscillazione, e nel senso della oscillazione medesima. Altrettanti vasellini quanti sono i fori, e a questi sottoposti, ricevono il mercurio che si versa, il quale può indi rimettersi nel recipiente. Il mercurio versato in vasellini opposti indicherà le scosse ondulatorie dei tremuoti, e ne segnerà le succussorie qualora trovasi versati o in tutti o nella maggior parte di essi.”
Così nell’Annuario del 1842 Gaetano Cacciatore (1814-1889) descriveva, per la prima volta, il sismoscopio a mercurio introdotto all’Osservatorio astronomico di Palermo dal padre Nicolò, per descrivere i rilievi fatti in occasione del terremoto dell’
Nel giugno del 1827, Nicolò Cacciatore fece costruire un nuovo sismografo di legno di bosso, collocandolo nei locali dell'Osservatorio in una nicchia sopra una base di marmo, esemplare tuttora conservato presso l’Osservatorio Astronomico di Palermo. Nel 1898 Pietro Tacchini (1828-1905), promosse la realizzazione di un Museo della Sismometria Italiana presso l’allora Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica (UCMG) di cui era direttore. Uno dei primi strumenti ad arricchire questo museo fu proprio il primo sismoscopio a mercurio Cacciatore, dono di Francesco Paolo Crescimanno, direttore della stazione termo-udometrica e sismica di Corleone. Tacchini scrisse che si trattava dello stesso apparecchio fatto costruire da Nicolò Cacciatore e funzionante nella Specola palermitana sin dal 1818, testimonianza attendibile dal momento che egli operò, per più di quindici anni (1863-1879), come assistente di Astronomia presso l'Osservatorio palermitano, sotto la direzione di Gaetano Cacciatore. Lo strumento è oggi conservato presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), che ha recentemente incorporato l’erede dell’UCMG.
Nel quadro di una lunga collaborazione fra i due istituti, è stato possibile esporlo in occasione di mostre organizzate da e in collaborazione con INGV: (Firenze 2013, “