Gli effetti prodotti da terremoti e dalle vibrazioni provocate dall’attività antropica, rappresentano un’importante causa di danneggiamento al nostro patrimonio culturale. Preservare i nostri beni artistici è anche uno degli obiettivi dell’ INGV.
“Le aree urbanizzate”, afferma Maria Fabrizia Buongiorno, ricercatrice dell’INGV, “sono ambienti complessi, in continua evoluzione, che richiedono specifiche soluzioni tecnologiche multidisciplinari e altamente innovative, in grado di fornire, a costi sostenibili, informazioni costanti per una copertura territoriale di osservazione”.
Studiare lo stato di conservazione e la conseguente risposta a possibili eventi sismici di strutture di elevato pregio storico-architettonico nella Regione Calabria, è quanto si prefigge il progetto PON0102710 “MASSIMO”, coordinato dall’INGV e finanziato dal Ministero Italiano di Ricerca Istruzione e Università (MIUR), nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività 2007-2013”. Il progetto, sviluppato in collaborazione con l'Università della Calabria (UNICAL) e tre entità private: ACSYS (Advanced Computer System), SISMLAB (Spin-off di UNICAL) ed ECOTEAM, parte dall’analisi del contesto geologico-ambientale del patrimonio da tutelare.
“Grazie all’integrazione di diverse tecniche di misura, come il telerilevamento prossimale e satellitare ad alta risoluzione, analisi di sorgenti sismogenetiche e indagini geofisiche del territorio”, spiega ancora Maria Fabrizia Buongiorno, “sono state condotte attività di ricerca su edifici test (strutture architettoniche in cemento armato, in muratura e composite). I risultati hanno permesso di sviluppare così una metodologia d’indagine scalabile, esportabile e modulare per la mitigazione del rischio sismico di beni storici soggetti a tutela”.
Nell’ambito del progetto MASSIMO è stato, inoltre, progettato e implementato un sistema di monitoraggio permanente per l’aggiornamento delle caratteristiche di risposta delle strutture alle sollecitazione dinamiche.
“I risultati di questo monitoraggio possono supportare le linee guida su eventuali interventi da eseguire per il consolidamento e prevenzione dei beni monumentali, oltre a monitorare in tempo reale e da remoto lo stato di conservazione di un bene soggetto a tutela, grazie a un sistema di gestione delle informazioni con funzionalità 2D e 3D”, prosegue la ricercatrice.
Tale metodologia per l’analisi e monitoraggio sistematico dei manufatti strutturali, può essere applicata per la valutazione dello stato di conservazione anche di singoli artefatti. È in questo contesto che si inserisce lo studio e l’analisi dei Bronzi di Riace a cura dell’INGV (concessione N.3 del 13-10-2015 del Ministero Dei Beni E Delle Attività Culturali E Del Turismo - Museo Archeologico Nazionale Di Reggio Calabria) con tecnologia laser a scansione terrestre (TLS).
L’attività svolta dall’INGV sui Bronzi, congiuntamente agli sviluppi tecnologici sviluppati dal Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA (l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico sostenibile) a tutela degli oggetti mobili e semi-movibili del patrimonio culturale come basi anti-sismiche per statue, è stata presentata in occasione del seminario “Innovative and Non-Invasive Monitoring Systems for Cultural Heritage in Urban Areas”, presso l’Ambasciata Italiana in U.S.A a Washington D.C.
“Lo scopo dello studio”, conclude la ricercatrice, “è stato quello di sperimentare i sistemi di ricostruzione spaziale, analisi e resa dei dati derivanti dall’uso di un sensore a scansione laser per la ricostruzione 3D e il monitoraggio non distruttivo di un bene artistico, fornendo informazioni dettagliate sullo stato di conservazione dei Bronzi”.
E proprio su questa linea, anche il Comune di Milano, insieme alle Soprintendenze e all’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro del Ministero dei Beni Culturali (MIBACT), hanno recentemente richiesto la progettazione di un basamento strutturato in modo da proteggere l’ultima opera di Michelangelo Buonarroti, la Pietà Rondanini. Una struttura in grado di proteggere l’opera da possibili azioni sismiche e, soprattutto, dalle costanti vibrazioni generate dal pubblico in visita e dal passaggio dei treni metropolitani nelle vicinanze. Il basamento è dotato di un meccanismo composto da tavole antisismiche e isolamento vibrazionale. Una volta terminato il sisma, la struttura torna nella posizione iniziale, evitando così movimenti indesiderati e potenziali danneggiamenti.