17 gennaio 2008, ore 14.30 | Marco Maffione | Sala Conferenze Roma | Sede Centrale | Seminari giovani ricercatori Sezione Roma 2
Il paleomagnetismo è una disciplina geofisica che studia la magnetizzazione delle rocce. Le applicazioni del paleomagnetismo sono molteplici e vanno dalle ricostruzioni paleogeografiche delle placche principali (come ad esempio la ricostruzione del supercontinente Pangea) e di “terranes”, effettuate grazie all’utilizzo di dettagliate curve di deriva apparente dei poli relative ad ogni placca litosferica (quelle che vengono definite “Apparent Polar Wander Path” (APWP)), alla costruzione delle scale magnetostratigrafiche, alla datazione di rocce recenti (< 5.000 anni) mediante la comparazione con curve di riferimento di variazione secolare del polo geomagnetico virtuale (ad es. rocce vulcaniche recenti), ai problemi di tettonica regionale e locale, mediante la definizione delle rotazioni lungo assi verticali di blocchi crostali minori. Proprio quest’ultima applicazione, ad esempio, si rivela fondamentale nello studio delle catene montuose arcuate, in quanto costituisce l’unico strumento per definire con esattezza l’entità e, a volte, l’età di eventuali rotazioni su assi verticali di settori arcuati di orogeni e stabilire, pertanto, se tale arcuatura sia originaria, cioè formata durante lo sviluppo della catena (ad esempio a causa di margini di placche convergenti curvi) o secondaria, cioè formata successivamente alla sua edificazione (nel qual caso rappresenterebbe quello che viene definito “oroclino”). Per affrontare concretamente il discorso delle catene montuose arcuate e dei contributi che può dare il paleomagnetismo nel loro studio, vengono presentati due casi di studio molto significativi: l’Arco Alpino Occidentale (NW Italia) e l’oroclino boliviano nelle Ande Centrali (NW Argentina). La prima parte del seminario è dedicata ad una piccola introduzione sui principi del metodo.