21 febbraio 2008, ore 14.30 | Antonio Cascella | Sala Conferenze Roma | Sede Centrale | Seminari giovani ricercatori Sezione Roma 2
“Quale è l’età?” è la domanda che viene posta più frequentemente lavorando su diversi aspetti della geologia. I geologi hanno bisogno di datazioni affidabili per elaborare una carta geologica, per calibrare dati paleomagnetici, per calcolare tassi di sedimentazione e per ricostruire le fasi di strutturazione di una catena montuosa. La Biostratigrafia (età relativa) e la Geocronologia (età assoluta) forniscono lo schema temporale per rispondere a questa domanda. La biostratigrafia, che studia la distribuzione dei fossili nel tempo e nello spazio, costituisce il mezzo più semplice ed immediato per datare le rocce sedimentarie che li contengono. Tra i gruppi di fossili utilizzati in biostratigrafia i nannofossili calcarei rivestono un ruolo di primo piano. I nannofossili calcarei sono le minute placche di calcite, di dimensioni comprese tra 2 e 30 µm, che costituivano, e costituiscono, la copertura di alghe marine unicellulari. Essi si ritrovano numerosissimi all’interno dei sedimenti marini, da quelli di mare basso a quelli di mare profondo, rappresentando il record fossilifero più completo dal Triassico superiore (225 M.a.) all’Attuale. Questo eccellente record fossile rende i nannofossili un potente mezzo per la datazione e per le correlazioni stratigrafiche a scala regionale e globale. Inoltre, essi risultano utili per ricostruzioni paleoambientali (paleoclimatologia) essendo l’abbondanza e la diversificazione delle associazioni strettamente legate alla natura delle acque superficiali in cui gli organismi vivevano. La biostratigrafia dei nannofossili calcarei trova applicazione in molti campi delle scienze della terra: dalla cartografia geologica alla geologia regionale, dalla magnetostratigrafia alla ricerca degli idrocarburi. In questo seminario vengono presentati i risultati di due studi. Il primo è uno studio integrato bio- magnetostratigrafico condotto sui depositi eocenici del bacino di avampaese sud Pirenaico (bacino dell’Ebro, Catalogna, Spagna). Il secondo è uno studio di biostratigrafia integrata, nannofossili e foraminiferi planctonici, finalizzato alla datazione dei depositi miocenici delle formazioni Faeto e Tufillo, affioranti lungo il settore orientale dell’Appennino meridionale (Italia).
Per approfondimento:
Bown P.R. (1998) - Calcareous Nannofossil Biostratigraphy, British Micropaleont. Soc. Publ. Series, 314 pp., Cambridge, August 1998.