29 novembre 2007, ore 14.30 | Iacopo Nicolosi | Sala Conferenze Roma | Sede Centrale | Seminari giovani ricercatori Sezione Roma 2
Lo studio del campo di anomalia magnetica della crosta oceanica rappresenta una delle applicazioni dei metodi di potenziale che più hanno influenzato la comprensione della storia evolutiva della Terra. L’individuazione di bande di crosta oceanica magnetizzate con polarità diversa ha permesso la dettagliata ricostruzione dei tempi e modi di formazione della crosta oceanica stessa, secondo il meccanismo definito “oceanic spreading”. Il Mediterraneo occidentale, costituito da due principali bacini di retro-arco diacroni, rappresentati dal bacino Ligure-Provenzale e da quello Tirrenico, si è evoluto per la migrazione verso est del sistema di subduzione Ionico-Adriatico, a partire dall’Oligocene superiore. Il bacino di retroarco tirrenico si è formato a partire dal Miocene superiore ad una velocità media di espansione pari a 6 cm/anno, secondo quanto osservato dai dati ottenuti dall’Ocean Drilling Program (ODP) Leg 107; questi suggeriscono che la parte più profonda del Tirreno meridionale (3000-3500 m), rappresentata dai bacini del Vavilov e del Marsili, sono costituiti in gran parte da crosta di tipo oceanico, circa 15000 km2 la cui formazione è avvenuta tra il Pliocene inferiore-medio e il Pleistocene. Nonostante le informazioni ottenute dall’ODP Leg 107 relative al processo di oceanizzazione dei bacini, l’analisi delle anomalie magnetiche della regione non aveva mai mostrato la presenza chiara di anomalie lineari tipiche di crosta oceanica. Il nostro gruppo di ricerca ha realizzato una nuova analisi delle anomalie magnetiche del Tirreno meridionale individuando chiare anomalie lineari di natura oceanica associate ai bacini del Vavilov e del Marsili, fissando nuovi vincoli alla determinazione delle varie fasi evolutive del Tirreno.