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Io non Rischio: appuntamento con le buone pratiche di protezione civile
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- Scritto da Francesca Pezzella
L’Italia è una nazione esposta a molti rischi naturali. Nonostante ciò l’esposizione individuale può essere sensibilmente ridotta attraverso la conoscenza dei problemi, la consapevolezza delle eventuali conseguenze e l’adozione di alcuni accorgimenti. Per promuovere conoscenza e consapevolezza è nata “Io non rischio”, oggi alla sua decima edizione. L’evento si è tenuto lo scorso 11 ottobre e quest’anno si è svolto prevalentemente in versione digitale. Per conoscere qualcosa di più sulla campagna nazionale e sapere come è andata questa edizione 2020 abbiamo intervistato Romano Camassi, sismologo dell’INGV presso la sede di Bologna.
Romano, che tipo di evento è “Io non Rischio”?
Io non rischio è una campagna di comunicazione dedicata alla riduzione del rischio relativo ai fenomeni naturali volta a diffondere le buone pratiche di protezione civile. è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia- INGV, dall’Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze - Anpas, da ReLUIS-Consorzio interuniversitario dei laboratori di Ingegneria sismica e dalla Fondazione CIMA, che si occupa di rischio alluvionale. Nel tempo anche altri soggetti hanno contribuito alla preparazione del materiale di comunicazione e alla realizzazione delle iniziative stesse. In particolare, negli ultimi quattro anni c'è stato un ingresso a livello di gestione e di coordinamento anche delle regioni.
L'elemento fondamentale della campagna di comunicazione è costituito dalle organizzazioni di volontari di Protezione Civile che presiedono i punti informativi realizzati nelle piazze delle città e dei paesi italiani intercettando la popolazione per fornire loro informazioni sui rischi naturali. Questi volontari operano nelle realtà locali e quindi il lavoro di comunicazione svolto non si esaurisce al termine della campagna perché continuano ad operare in quel contesto anche durante l'anno.
Qual è il ruolo dell’INGV all'interno all'interno della campagna “Io non Rischio”?
L’INGV è tra i partner fondatori della campagna e ha curato, insieme agli altri partner, l’ideazione e la predisposizione dei materiali e delle strategie di comunicazione, il coordinamento generale e la consulenza scientifica sul tema del rischio sismico e, più di recente, anche del rischio vulcanico.
Quello dell’INGV è quindi un ruolo fondamentale di coordinamento, di contributo scientifico e di monitoraggio dell'andamento della campagna. A tal fine una rete diffusa di colleghi delle diverse sedi dell’Istituto, in occasione delle giornate, svolge compiti di osservazione e raccolta di informazioni sull’andamento della campagna.
Qual è stato l’impatto del Covid19 sull’organizzazione dell’evento?
Questa edizione ha avuto caratteristiche nettamente diverse dalle precedenti per l’emergenza sanitaria in atto che non rende possibile la caratteristica principale di questa attività di comunicazione, cioè la presenza in piazza e il contatto diretto con i cittadini. Per questa ragione la campagna si è trasformata in digitale, anche se sono rimaste alcune piazze fisiche in luoghi strategici dove però non sono previsti il contatto ravvicinato con il pubblico e la consegna di materiale informativo.
Come è stata organizzata la versione digitale della campagna?
La campagna digitale ha avuto le stesse caratteristiche dello “spazio di comunicazione” tipico delle piazze tradizionali solo che le interazioni sono state digitali e mediate da strumenti tecnologici. Ogni associazione o gruppo ha creato a partire dalla propria pagina Facebook (o da quella del proprio Comune di appartenenza) un evento Facebook per l’11 ottobre. Queste pagine anche nei giorni precedenti alla decima edizione di “Io non Rischio” sono state uno spazio di dialogo con il cittadino con le associazioni che hanno postato materiale promozionale della campagna e video. Il giorno dell’evento è stato pubblicata la versione digitale del materiale normalmente diffuso nelle piazze, come linee del tempo sul rischio sismico, vulcanico, da alluvione e dei materiali infrmativi. Sono state presentate interviste e testimonianze e al fine di facilitare lo scambio di informazioni con il pubblico sono state aperte delle stanze di dialogo, usando strumenti comuni come Zoom o Meet.
Per concludere, come hai trovato questa edizione virtuale della campagna? Ha avuto successo?
Direi che nonostante le enormi difficoltà che abbiamo attraversato nei mesi di preparazione, sia nella fase di pieno blocco sia nel ultimissimo mese e mezzo con l'aumento di diffusione del contagio, è andata molto bene. Siamo riusciti a realizzare una decina di piazze di formazione tradizionali in alcuni capoluoghi di regione e oltre 400 eventi online che hanno coinvolto quasi 400 comuni e 600 associazioni di volontariato con alcune migliaia di volontari che hanno partecipato a questa giornata e alla sua realizzazione. Il lavoro di preparazione è stato impegnativo perché, specialmente nelle ultime due settimane, i volontari hanno dovuto riprendere in mano tutto il materiale di comunicazione della campagna e immaginare come restituirlo in formato utilizzabile sulla piazza digitale. Il personale dell’INGV e delle altre associazioni partner ha realizzato un monitoraggio delle piazze raccogliendo dati per una valutazione complessiva: l'impressione che abbiamo avuto è che questa edizione è stata un successo, gli eventi sono risultati interessanti e sono state utilizzate modalità espressive molto originali. Questa esperienza digitale è stata stimolante e l’esperienza fatta quest'anno non verrà accantonata nel momento in cui torneremo all'approccio tradizionale di piazza perché l'utilizzo di questi strumenti potrà affiancare il lavoro di comunicazione che verrà fatto nelle campagne future e durante tutto il corso dell'anno in eventi che le associazioni possono organizzare localmente. Una delle caratteristiche della campagna è proprio quella di non fermarsi all’evento nazionale annuale ma di andare avanti durante il corso dell’anno, gestito dalle associazioni che vivono localmente e che quindi incontrano quotidianamente nell’ambito dei loro servizi i propri concittadini.
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