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I terremoti del 2020: l’analisi dell’esperto
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- Scritto da Francesca Pezzella
Durante il 2020 la Rete Sismica Nazionale dell’INGV ha registrato in media 45 terremoti al giorno localizzati dalle Sale di Sorveglianza operative h24 dell’Istituto: circa 1 ogni 30 minuti. Per saperne di più abbiamo intervistato Maurizio Pignone, geologo dell’INGV , che ci ha fornito dei dati molto interessanti sulla sismicità che ha caratterizzato l’anno da poco concluso.
Maurizio, quanti terremoti sono stati localizzati dalle Sale Operative dell’INGV nel 2020?
Nel 2020 la Rete Sismica Nazionale (RSN) ha localizzato 16597 terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe. Una quantità di eventi molto simile a quella del 2019, un numero inferiore se lo si confronta con i terremoti del 2016 e 2017 caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale iniziata il 24 agosto 2016.
Quando è avvenuto il primo terremoto dell’anno? E l’ultimo?
Il primo terremoto dell’anno si è verificato vicino Sefro-Muccia-Camerino (MC) alle 00:01:24 del 1°gennaio 2020 di magnitudo 1.0, solo un minuto e 24 secondi dopo l’inizio del nuovo anno! Un record difficilmente battibile.
L’ultimo dell’anno invece è avvenuto nell’area etnea, vicino Ragalna (CT) alle 23:41 del 31 dicembre di magnitudo 1.5. Un terremoto legato al vulcano Etna, che ne ha prodotti moltissimi in tutto l’anno. La sismicità dei vulcani attivi come l’Etna è dovuta alle deformazioni indotte dai movimenti di magma nelle profondità del vulcano. In questo caso il terremoto è avvenuto a una profondità considerevole, circa 18 km, ma non è insolito avere terremoti a profondità “negative”, ossia sopra il livello del mare - la montagna è alta circa 3000 metri.
Dove sono avvenuti gli eventi sismici più forti?
Nel 2020, così come nel 2019, gli eventi sismici più forti sono stati localizzati al di fuori del territorio italiano. Gli eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 5.0 si sono verificati in Albania, in Algeria e in Croazia, durante la sequenza sismica di fine dicembre con il forte terremoto di magnitudo 6.3 del 29 dicembre, nei pressi della città di Petrinja, come pure numerosi altri eventi di magnitudo compresa tra di 4.0 e 5.2 avvenuti nelle ore precedenti e nei giorni successivi. A marzo, in Croazia, erano stati registrati altri importanti eventi, il più forte di magnitudo 5.1 avvenuto il 22 marzo, nei pressi di Zagabria.
Altri eventi di magnitudo pari o superiore a 5.0 sono stati localizzati sulla costa dell’Albania il 28 gennaio con un evento di magnitudo 5, nel nord dell’Algeria il 24 gennaio e il 26 marzo quando si sono verificati terremoti di magnitudo 5, il 22 novembre quando è avvenuto un terremoto di magnitudo 5.1. Ricordiamo anche che il 30 ottobre del 2020 è avvenuto in Grecia il più forte terremoto degli ultimi anni nel Mediterraneo, di magnitudo 7, al largo dell’isola di Samos. Quest’evento ha dato origine a uno tsunami.
La maggior parte dei terremoti avvenuti durante l’anno è stata avvertita dalla popolazione?
No, quasi il 90% dei terremoti localizzati in Italia nel 2020 ha avuto magnitudo minore di 2.0, salvo qualche eccezione in caso di ipocentri molto superficiali in prossimità di aree abitate, come ad esempio nelle aree vulcaniche della Campania. Per questo molti eventi non sono stati avvertiti dai cittadini.
Qual è stata la regione caratterizzata dal maggior numero di eventi sismici?
La regione con più terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 2.5 è stata la Sicilia che ha avuto 106 eventi di questo tipo. Se contassimo anche i terremoti molto piccoli, il primato sarebbe condizionato dalla densità della rete sismica e “vincerebbero” Marche e Umbria molto probabilmente. Naturalmente per la Sicilia bisogna considerare la presenza dell’Etna in cui l’attività vulcanica è accompagnata da terremoti anche importanti.
E quella con il minor numero di terremoti?
Come sempre, la Sardegna. Questa è la regione d’Italia più lontana dalle fasce in deformazione degli Appennini e delle Alpi, dove i grandi processi geologici, che pure l’hanno interessata in un intenso passato geologico neanche troppo remoto, sono rallentati. Ciò non vuol dire che la Sardegna non abbia una sua sismicità rilevante, come descritto in altri articoli, ma certamente è più rara che nelle altre regioni italiane. Contando anche le aree marine intorno all’isola, in 366 giorni del 2020 ne abbiamo registrati 4 in totale, di cui soltanto uno in terra, presso Perdasdefogu. Va anche detto però che la copertura della Rete Sismica sull’isola è piuttosto scarsa, quindi è possibile che piccoli terremoti non siano stati localizzati dalla RSN.
Per concludere, quali sono gli strumenti a disposizione del cittadino per conoscere meglio gli eventi che hanno caratterizzato il 2020?
La sismicità del 2020 registrata dalla Rete Simica Nazionale dell’INGV viene mostrata in una mappa interattiva - dashboard, una story map di INGVterremoti.
In questa applicazione sono rappresentati i terremoti di magnitudo superiore o uguale a 1.5, classificati e tematizzati in base alla loro magnitudo. Ogni evento può essere interrogato per visualizzare i relativi parametri ipocentrali. Nell’applicazione sono inoltre disponibili le infografiche che mostrano, per un’area scelta dall’utente, il numero di terremoti totali localizzati nel 2020, la magnitudo massima e la loro distribuzione nei 12 mesi dell’anno.
Link al Blog INGVterremoti: https://ingvterremoti.com/2021/01/07/speciale-2020-un-anno-di-terremoti/
Link alla Story map di INGVterremoti.
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