Newsletter n.4
La Sezione Roma1 dell’INGV nel racconto del suo Direttore, Salvatore Barba
- Dettagli
- Scritto da Sara Stopponi
Da sotto i nostri piedi fin sopra le nostre teste. Le ricerche svolte dalla Sezione Roma1 dell’INGV coprono un ampio ventaglio di tematiche, dallo studio dell’interno della Terra alle ricerche sui gas atmosferici.
Una Sezione orientata alla multidisciplinarietà, che apre le porte dei suoi numerosi Laboratori scientifici a tutti i gruppi di ricerca che vogliano approfondire un’intuizione o sviluppare un’idea, nell’ottica di un progresso costante che è reale solo se frutto di collaborazione e lavoro sinergico.
Abbiamo intervistato il Direttore della Sezione Roma1 dell’INGV, Salvatore Barba, per conoscere meglio le attività che si svolgono all’interno della sua Sezione e ripercorrere insieme a lui gli anni alla guida del suo team.
Salvatore, da quanto tempo sei Direttore della Sezione Roma1 dell’INGV?
Sono Direttore della Sezione Roma1 da settembre 2016, in piena emergenza sismica in Italia Centrale, con la sequenza sismica che era iniziata il 24 agosto con il terremoto registrato ad Accumoli, in provincia di Rieti.
Quali sono le principali attività di cui si occupa la tua Sezione?
Le nostre attività possono essere suddivise in due macro-categorie: quelle legate alla ricerca e quelle legate alle infrastrutture. Entrambe coinvolgono tutti e tre i Dipartimenti dell’Istituto, Ambiente, Terremoti e Vulcani. Ci occupiamo di studi che interessano tutti gli aspetti del nostro Pianeta, dall’interno della Terra ai gas emessi nell’atmosfera.
Quanti colleghi fanno parte di Roma1?
160 colleghi formalmente dipendenti dell’Istituto, a cui se ne aggiungono altri 60 tra assegnisti di ricerca, borsisti e associati.
Cosa significa per te ricoprire l’incarico di Direttore?
Per me rappresenta una possibilità di incidere sul cambiamento, accompagnando il passaggio da una gestione più - per così dire - “familiare” dell’Ente a una gestione maggiormente internazionale e competitiva. Da Direttore ho sempre cercato di impostare il mio lavoro secondo un’ottica di inclusività tra tutte le Sedi dell’INGV e tutti i gruppi di ricerca che ne fanno parte e di internazionalizzazione, per mantenere sempre uno sguardo quanto più possibile aperto ‘al mondo’.
La Sezione Roma1 si occupa anche della gestione di numerosi laboratori scientifici dell’INGV: quali sono e in che modo la ricerca che svolgono i tuoi colleghi al loro interno è importante per lo sviluppo e la crescita dell’Istituto?
Come dicevi, abbiamo numerosi laboratori. Tra questi, ce ne sono alcuni in un certo senso più “caratterizzanti” per la nostra Sezione, come ad esempio il Laboratorio di Alte Pressioni e Alte Temperature (HP-HT) che, grazie agli esperimenti condotti al suo interno, consente di simulare i meccanismi che avvengono all’interno della Terra, sia per quanto riguarda la sismologia che per la dinamica dei vulcani. Abbiamo poi i vari Laboratori di Geochimica, tra cui quello dei Radionuclidi in cui si studia la radioattività terrestre (ed è l’unico ad occuparsi di questa materia all’interno dell’INGV); il Laboratorio Nuove Tecnologie e Strumenti, che si occupa di sviluppare apparecchiature prototipali di misura e di trovare nuove soluzioni ai problemi di misura che già abbiamo; il Laboratorio di Sismica a Riflessione (anche questo un unicum nel panorama dell’Ente), per lo studio dei dati provenienti dall’interno della Terra; e il Laboratorio di Supercalcolo, con un nuovo cluster appena installato.
Tutti i nostri Lab sono organizzati in maniera tale da poter effettuare un elevato numero di analisi e di calcoli e sono posti a supporto dei colleghi di tutto l’Istituto, pronti a ospitare qualsiasi idea progettuale. Questo significa che c’è sempre una stretta collaborazione del personale di Roma1 con gli altri colleghi dell’INGV che vogliano portare avanti spunti di ricerca, dalle ricerche di punta fino a studi che partono da aspetti più parziali di una data materia e che vengono poi integrati e ampliati grazie al lavoro sinergico.
In questo modo, quindi, i nostri Laboratori consentono di potenziare la ricerca e danno la possibilità ai colleghi che vogliano testare anche nuove idee di farlo liberamente e con tutto il supporto necessario, stimolando la loro creatività.
Come avete vissuto, tu e i tuoi colleghi, il periodo della pandemia da Covid-19?
In maniera piuttosto “frenetica” all’inizio direi. Intendo dire che le settimane e i giorni che precedettero il lockdown li ricordo un po’ come una ‘corsa contro il tempo’ per tentare di portare in “continuità operativa” le nostre attività, in particolar modo quelle che ci legano al Dipartimento della Protezione Civile. In quei momenti abbiamo visto concretizzarsi davanti ai nostri occhi quella ‘dematerializzazione’ delle attività di cui si era sempre parlato ma che, di fatto, abbiamo dovuto concludere in fretta e furia a lockdown già iniziato.
Poi, dopo quei due mesi, ricordo la lenta ripresa, i piani operativi per continuare ad effettuare attività di servizio e di ricerca nonostante le limitazioni ancora necessarie. Ma voglio ricordare soprattutto la grande solidarietà e la profonda generosità dei colleghi di Roma1 e dell’Amministrazione Centrale che hanno permesso di riorganizzare ‘in corsa’ il nostro lavoro, per permettere all’INGV di restare sempre pienamente operativo.
Qual è stato, in questi anni da Direttore, l’episodio professionale più importante che ti piacerebbe raccontare?
Ce ne sono stati diversi, a dire la verità. Ad esempio qualche anno fa, quando c’era l’allora Direttore Generale Maria Siclari, noi Direttori fummo tenuti a seguire un corso dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sulla gestione dei rischi nella ricerca. Da quel corso ho imparato molto sulla gestione di un Ente di Ricerca e ancora oggi lo ricordo come un tassello veramente importante nella mia formazione professionale e personale, con insegnamenti che cerco di applicare quotidianamente nella mia Sezione.
Mi fa piacere ricordare, però, anche un ‘processo’ più che un singolo ‘episodio’ per me importante a livello professionale, ovvero quello che nel tempo ha portato a ridurre notevolmente la conflittualità all’interno della mia Sezione. Si è trattato di un processo, come dicevo, che ho cercato di portare avanti favorendo il più possibile l'inclusività, la trasparenza amministrativa e la semplificazione dei procedimenti.
…e l’aneddoto più divertente?
Qualche anno fa stavo partecipando per la IBM Tech TV a un’intervista doppia, in stile “Le Iene”, con Hendrik Hamann, il vincitore dell’ultimo premio dell’American Institute of Physics per le applicazioni industriali della fisica. Dopo le prime due o tre domande che ci facevano, rimasi incuriosito da una risposta del mio collega intervistato e gli feci io stesso una domanda: da lì è iniziato un ‘botta e risposta’ tra di noi, una sorta di intervista incrociata che ci stavamo facendo a vicenda eludendo i ruoli ‘canonici’ previsti dal format, e ricordo che a un certo punto l’intervistatore è intervenuto per dirci: “Beh, state andando così bene da soli, io posso andare a fare una passeggiata!”. Lo ricordo ancora come un episodio divertente e molto interessante.
Ci sono dei progetti futuri riguardanti Roma1 che ti piacerebbe anticiparci?
Ce ne sono tanti in cantiere, ma mi piacerebbe citare lo sviluppo della Rete IRON, la rete dell’INGV per la misura del radon. È un tema di nicchia in Istituto, ma può essere inquadrato nel più ampio contenitore dello studio dei precursori sismici, studio in cui stiamo puntando sempre più alla multidisciplinarietà. Ecco, grazie alle misure adottate dal Governo con il PNRR abbiamo la possibilità di implementare questa nostra Rete con l’obiettivo di compiere dei passi in avanti dello studio dei precursori sismici.