Nella mattinata del 21 dicembre 2020 si è verificato un episodio parossistico al Cratere di Sud-Est dell’Etna.
Già durante la giornata del 20 dicembre le reti di sorveglianza dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (OE-INGV) avevano registrato un graduale aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico ma, a causa delle avverse condizioni meteorologiche che hanno impedito le ordinarie osservazioni tramite la videosorveglianza, non era stato possibile fare osservazioni dirette.
A partire dalle prime ore del 21 dicembre è stata registrata una intensa attività di tipo stromboliano da tre bocche eruttive sul Cratere di Sud-Est.
Alle ore 8:00 (locali) l’ampiezza del tremore vulcanico ha mostrato un aumento repentino e, alle 10:00, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza termica situate a Bronte e a Nicolosi è risultato evidente un’attività di fontane di lava da almeno due bocche eruttive sul Cratere di Sud-Est, con formazione di un’alta colonna eruttiva. In alcuni momenti di visibilità si è potuto accertare che sono state emesse due colate di lava, una attraverso il settore sud-occidentale del cono del Cratere di Sud-Est, che era collassato durante il parossismo del 13 dicembre u.s., e l’altra sul lato nord-orientale del cono.
L’attività di fontana di lava è durata meno di un’ora e si è sostanzialmente conclusa verso le ore 12:00 del 21 dicembre, contestualmente ad una diminuzione dell’ampiezza del tremore vulcanico.
L’attività dell’Etna è costantemente monitorata dall’Osservatorio Etneo dell’INGV di Catania. E’ in corso il consueto sopralluogo da parte del personale OE-INGV nell’area interessata per prelevare campioni dei prodotti emessi durante il parossismo odierno.
Figura 1 - Etna, 21 dicembre 2020
Figura 2 - Etna, 21 dicembre 2020
Foto 1 - Etna, 21 dicembre 2020