A valle delle attività tecniche del meeting di ieri presieduto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS), l’Ambasciatore degli Stati Uniti John R. Phillips questa mattina si è recato presso l’Osservatorio Vesuviano (OV), sezione di Napoli dell’INGV per visitare l’area vulcanica con le relative strutture di monitoraggio e sorveglianza. Ad accoglierlo il Direttore dell’OV-INGV, Giuseppe De Natale, insieme a una delegazione del Comune di Napoli e del Comune di Pozzuoli, con il Sindaco Vincenzo Figliolia. Nato nel 1841 per volontà di Ferdinando II di Borbone delle Due Sicilie, l’Osservatorio Vesuviano è uno dei Centri di Monitoraggio vulcanico più avanzati al Mondo, con la sua Sala di Controllo alla quale affluiscono via radio, WI-FI e Internet i dati di centinaia di stazioni di monitoraggio sismico, deformativo, marino, geodetico e meteorologico installate sulle tre aree vulcaniche napoletane: Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia. La Sala di Controllo è presidiata 24 ore su 24, dotata di sistemi per la localizzazione automatica dei terremoti che avvengono nelle tre aree e collegata con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, al quale vengono inviate in tempo reale le informazioni su ogni evento di natura vulcanica. L’Osservatorio Vesuviano si è recentemente dotato di reti tecnologicamente avanzate per il monitoraggio in pozzo ad altissima sensibilità e per il monitoraggio dei fenomeni vulcanici in mare.
La visita è proseguita al cratere della Solfatara, generato da un’eruzione di circa 4000 anni fa e ancora oggi caratterizzato da spettacolari emissioni fumaroliche, la cui temperatura raggiunge circa 160°C. L’area tra la Solfatara e le Terme di Agnano è anche quella dove sono localizzati gran parte dei terremoti che, dal 1970, occasionalmente interessano l’area vulcanica dei Campi Flegrei. Dopo la Solfatara, è stata la volta del Serapeo, l’antico Tempio di Serapide ospitato nel ‘Macellum’ (Mercato) Romano, con le caratteristiche colonne di marmo che portano evidenti i segni di corrosione provocati da molluschi marini, testimonianza del fenomeno chiamato ‘bradisisma’ che negli ultimi duemila anni ha causato variazioni massime del livello del suolo di circa 20 metri. Dal 1969 al 1984 uno dei più intensi e persistenti episodi di sollevamento osservati in un’area vulcanica ha causato in questo punto 3.5 metri circa di sollevamento del suolo.
Dal Serapeo, l’Ambasciatore si è recato al Vesuvio. Qui, a circa 650 metri di quota, l’Ambasciatore ha visitato la sede storica, il ‘Reale Osservatorio Vesuviano’, ossia l’edificio neoclassico costruito per ospitare il più antico Osservatorio Vulcanologico al Mondo, fondato nel 1841 e inaugurato nel 1845. Il Reale Osservatorio Vesuviano, che rappresenta la Storia della Vulcanologia, ha avuto nel tempo illustri Direttori, tra cui Macedonio Melloni, fisico tra i più importanti di ogni tempo, scopritore della radiazione infrarossa: Giuseppe Mercalli, insigne vulcanologo e sismologo inventore della scala di intensità dei terremoti che porta ancor oggi il suo nome; Luigi Palmieri, inventore del primo sismografo elettromagnetico (1857). Oggi il ‘Reale Osservatorio Vesuviano’, oggetto di intensi lavori di restauro, ha da poco riaperto al pubblico come museo della scienza e della vulcanologia, e come importante struttura di divulgazione scientifica sul territorio. A dare il benvenuto il Sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto, e il Senatore della Repubblica Italiana Vincenzo Cuomo.
La giornata si è conclusa al sito archeologico di Oplonti, sepolta come Ercolano e Pompei dall’eruzione del 79 DC. L’area di Oplonti, presenta tre Ville Romane più affascinanti di tutta l’area: la Villa di Poppea, la Villa Rustica di Lucio Crasso III e la Villa di Caio Siculi.