Si è recentemente concluso un importante progetto di studio nel campo della geologia del terremoto, focalizzato nell'area colpita dal terremoto di Petrinja del 2020 e nella regione della capitale Zagabria. Il progetto ha visto la collaborazione tra gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e i ricercatori del Servizio Geologico Croato (CGS-HGI) con sede a Zagabria, in virtù del Memorandum d'intesa stipulato tra i due enti a dicembre 2021.
Lo studio è stato parte integrante di un ampio progetto multidisciplinare, che ha messo in campo competenze geologiche, geomorfologiche, geofisiche e paleosismologiche
L'obiettivo primario è stato quello di contribuire alla caratterizzazione del comportamento sismico della faglia di Petrinja e delle faglie limitrofe, oltre alla valutazione della possibilità di integrare gli studi nazionali sulla pericolosità sismica con dati sulle faglie attive e sugli effetti cosismici sull'ambiente fisico.
La ricerca si è sviluppata su tre linee principali: l'identificazione e mappatura delle maggiori faglie attive potenzialmente sismogenetiche nella regione, lo studio della storia sismica della faglia di Petrinja e la rivisitazione dei siti di liquefazione del 2020 per la caratterizzazione del territorio.
Con il sostegno finanziario dell'Ambasciata d'Italia a Zagabria, impegnata nel promuovere la cooperazione bilaterale tra Italia e Croazia in tutti i settori, compreso il lavoro scientifico e di ricerca, i risultati di questa collaborazione sono stati presentati in importanti congressi nazionali e internazionali e sono in fase di pubblicazione su rinomate riviste scientifiche, nonché attraverso un portale geografico dedicato.
Recentemente, la Facoltà delle Scienze dell'Università di Zagabria ha ospitato una giornata di presentazione delle ricerche condotte dagli scienziati dell'INGV e del CGS-HGI, dal titolo: "Gli studi di geologia del terremoto in Croazia centrale: faglie attive e potenziale sismogenetico" . Durante questo evento, gli scienziati italiani e croati hanno illustrato al pubblico accademico e generale le attività e i primi risultati di due anni di intensa collaborazione.
Tra i risultati presentati figurano le prime mappe delle faglie attive nell'area di Petrinja, i primi studi paleosismologici in Croazia e il database delle liquefazioni prodotte dal terremoto del 2020. Inoltre, è stata distribuita una pubblicazione che descrive il progetto e i risultati ottenuti.
La collaborazione del gruppo di scienziati europei continuerà con l'obiettivo comune di approfondire le conoscenze acquisite sulle caratteristiche sismogenetiche della regione di Petrinja e di estendere le ricerche nel campo della geologia del terremoto alle aree adiacenti.
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Foto - La campagna di scavi paleosismologici per l’individuazione e datazione nel record geologico di terremoti avvenuti nel passato lungo la faglia di Petrinja è stata condotta nell’ambito della collaborazione di un gruppo di scienziati europei tra il 2021-2023.
Immagine 1 - Esempio di fotomosaico di una parete di trincea paleosismologica. Le linee in giallo evidenziano i contatti stratigrafici principali mentre le linee rosse evidenziano le faglie che hanno fortemente deformato i depositi e alcune delle quali si sono attivate durante il terremoto del 2020. Queste ultime coincidono in superficie con alcune fratture e una zona di flessura.
Foto 2 - Vista di una parete di trincea paleosismologica aperta attraverso la faglia di Petrinja. La parete viene ripulita e resa regolare e livellata attraverso una griglia di riquadri 1mx1m (cordini rossi), in modo da poter registrare e studiare stratigrafia e tettonica e definire eventi e dislocazioni. In questa trincea, un canale fluviale abbandonato (la cui base è evidenziata da bandierine gialle) che si trova al top di una argilla grigia appare dislocato ripetutamente attraverso la zona di faglia (bandierine rosso-arancio).
Immagine 2 - Uno degli effetti cosismici più evidenti del terremoto di Petrigna sull’ambiente naturale è stata la liquefazione. Questo fenomeno è prodotto comunemente in piane alluvionali e costiere dove falde superficiali contenute in sedimenti sabbiosi vanno in sovrappressione al passaggio delle onde sismiche provocando la fuoriuscita in superficie di acqua e sedimenti e al contempo la subsidenza del suolo. Nel 2020 la liquefazione è stata osservata su un'area di più di 2000 km2. I siti di liquefazione sono stati rilevati, catalogati e caratterizzati dal gruppo di scienziati europei e tutti i dati sono stati rianalizzati e sistematizzati in un database geografico durante il progetto INGV-HGI. Nella mappa i punti arancioni rappresentano i punti di liquefazione rilevati nel dettaglio mentre le righe gialle mostrano le fasce di liquefazione osservate da remoto (drone o immagini da satellite).