Si è tenuto ieri il workshop scientifico “Mappatura su larga scala delle risorse del sottosuolo funzionale alla conoscenza, gestione e protezione del territorio”.
Il meeting scientifico ha visto la partecipazione di Alan Yusen Ley-Cooper del Servizio Geologico Australiano (Geoscience Australia) che ha presentato i risultati sin qui ottenuti nell’ambito del progetto AusAEM, il più esteso rilevamento elettromagnetico aereo (AEM) al mondo intrapreso fino ad oggi.
La mappatura delle risorse idriche del sottosuolo, di quelle minerarie e delle strutture geologiche fino a profondità dell’ordine dei 400 metri su una vasta porzione del territorio australiano costituisce il cuore del progetto che l’ambizione di investigare l’intera Australia e di continuare a fornire informazioni preziose ai vari soggetti, pubblici e privati, che si occupano della mappatura e della gestione delle risorse naturali.
Per l’Italia, sono intervenuti Matteo Gisolo e Luca Spagnoli di A2A SpA che hanno illustrato i risultati ottenuti da una recente applicazione AEM in territorio italiano, più precisamente una vasta area ad Ovest del Lago di Garda, nella Provincia di Brescia.
Grazie alla accurata modellizzazione geologica, frutto dell’interpretazione dei dati geofisici AEM, è stato possibile migliorare le conoscenze geologiche ed idrogeologiche dell’area, così da giungere ad una rappresentazione che costituisce il fulcro fondamentale per una corretta pianificazione delle risorse idriche.
Questi temi sono di stringente attualità visto il periodo di profonda crisi idrica che ha colpito tutto il territorio nazionale.
I risultati della prospezione AEM sono stati, inoltre, un aiuto valido per l’analisi della vulnerabilità degli acquiferi sotterranei e per l’individuazione di acquiferi profondi non ancora sfruttati e che, pertanto, rivestono una importanza strategica per il futuro.
Avere informazioni del sottosuolo spazialmente continue, con un elevato dettaglio litostratigrafico, sino a profondità di 300-400 metri rappresenta un notevole vantaggio. Inoltre, le campagne di esplorazione geofisica con tecniche AEM su larga scala, proprio per la modalità con cui sono condotte, restituiscono i risultati in tempi molto contenuti, pertanto assolutamente compatibili per la programmazione di interventi gestionali del territorio, sia a breve che a lungo termine.
L’auspicio è che, seguendo l'esempio di altri Paesi quali, ad esempio, Danimarca, USA e Australia, anche in Italia si utilizzino queste tecnologie nell’ambito dell’esplorazione e della caratterizzazione del territorio su larga scala. Tali sofisticate tecniche di prospezione ormai consolidate sono un valido supporto non solo per l’idrogeologia, ma anche per lo studio delle pericolosità geologiche come, ad esempio, la mappatura delle faglie attive o la ricostruzione delle geometrie sepolte in bacini sismicamente attivi, dei dissesti franosi, dell’intrusione marina lungo le coste e dei fenomeni di contaminazione delle acque sotterranee.
Tutto è finalizzato, dunque, a una migliore comprensione e mitigazione dei rischi naturali nel nostro territorio.
Foto - In primo piano, a destra, il Dott. Matteo Gisolo (A2A SpA) e a sinistra il Dott. Alan Yusen Lay Cooper (Geoscience Australia) insieme al team di ricercatori che operano nel settore dell’AEM.