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ALH84001: storia del meteorite marziano più antico ritrovato in Antartide
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- Scritto da Francesca Pezzella
Dal suo ritrovamento il meteorite marziano ALH84001 è stato oggetto di numerosi studi alcuni dei quali hanno suggerito la presenza, in passato, di forme di vita batteriche sul Pianeta Rosso. La disputa sulla presenza di vita primordiale su Marte si può quindi considerare conclusa? Per rispondere a questa e altre domande abbiamo intervistato Laura Alfonsi, ricercatrice dell’INGV che ci ha raccontato la storia di questa importante scoperta
Laura, quando è stato ritrovato il meteorite ALH84001?
Il meteorite ALH84001 è stato trovato nel dicembre del 1984 durante una routinaria ricognizione per la ricerca di meteoriti in Antartide dalla ricercatrice Roberta Score che lavorava al progetto ANSMET - Antartic search for meteorites dell’Antartic program di Denver. Il nome ALH84001 deriva dal luogo del ritrovamento, le Allan Hills in Antartide dall’anno del ritrovamento e dal numero del campione.
I ricercatori hanno identificato subito la provenienza del meteorite?
No, inizialmente non era chiaro da dove arrivasse. Il meteorite, infatti, non rientrava in nessuno dei gruppi di meteoriti marziani ritrovati in precedenza e classificati come SNC - shergottiti, nakhiti, cassigniti, significativamente diversi da altri gruppi di meteoriti recuperati sulla Terra.
L’aspetto definitivo che permise di attribuire a Marte il luogo di origine di ALH84001 è legato al rinvenimento di tracce di gas simili a quelle che costituiscono l’atmosfera di Marte, la cui composizione è nota grazie alle analisi fatte in situ dal Viking Lander nel 1976.
C’è da sottolineare che tra le diverse migliaia di meteoriti recuperate sulla Terra solo un centinaio sono stati identificati come provenienti da Marte, e tutte classificati nel gruppo SNC, tranne AlH84001 che fa parte di un gruppo a parte.
In che modo avvenne l’impatto terrestre?
Questo aspetto fa parte delle speculazioni scientifiche, comunque possiamo affermare che ALH84001 si formò su Marte circa 4 miliardi di anni fa e poi successivamente un impatto meteorico lo catapultò nello spazio dove cominciò a vagare per suo conto come un piccolo asteoride. Sicuramente aveva dimensioni molto maggiori di quelle del momento del ritrovamento, in cui pesava 1.93 Kg. Ad un certo punto di questo viaggio l’orbita di ALH si trovò vicina a quella terrestre, e circa 13000 anni fa terminò il suo viaggio collidendo con la Terra.
Cosa svelarono gli studi sulla composizione chimico-fisica e le determinazioni radiometriche dell’età del meteorite?
Gli studi sul meteorite ne attribuirono definitivamente l’origine marziana ma non solo: ALH84001 era il frammento marziano di gran lunga più antico tra quelli in nostro possesso. La sua età di formazione risale infatti a circa 4 miliardi di anni fa.
Perché questo frammento è tornato alla ribalta nel 1996?
Alcuni ricercatori della NASA si chiesero se data l’età così antica del frammento, questo non avesse registrato eventuali tracce di vita che potevano essere presenti all’epoca della formazione di ALH840001 su Marte. E quindi iniziarono gli studi in tal senso: vennero trovate tracce di finissime particelle di magnetite, del tutto simili per composizione chimica, strutturale e morfologica a particelle conosciute sulla terra come magneto-fossili, ovvero particelle prodotte da alcuni batteri noti come batteri magneto-tattici. L’eco della notizia fu straordinario, anche l’allora il presidente degli stati uniti, Bill Clinton ne parlò in un’orazione pubblica, esaltando l’importanza della scoperta
Cosa affermano gli studi più recenti?
Nell’aprile del 2020 alcuni scienziati dell’Agenzia Spaziale Giapponese (Jaxa) in un lavoro apparso su “Nature Communications”, hanno rilevato in ALH84001 azoto contenente materiale organico di origine marziana. Questo aspetto potrebbe suggerire la presenza di acqua salmastra su Marte nel periodo di formazione del frammento, cioè il Noachiano che risale appunto a circa 4 miliardi di anni fa.
Per concludere, la disputa sulla presenza di vita primordiale su Marte si può oggi considerare conclusa?
No e sì, nel senso che se per alcuni aspetti non è stato possibile attribuire in maniera inequivocabile l’origine delle tracce morfologiche e chimico fisiche presenti su ALH84001 a forme biogene esistite su Marte, dall’altro il lavoro sperimentale non è stato conclusivo né nel rifiutare né nell’accettare l’ipotesi di presenza di vita sul Pianeta Rosso di 4 miliardi di anni fa. Un ulteriore aspetto del dibattito è legato alla disputa sulle caratteristiche del campo magnetico di Marte all’epoca della formazione del frammento. Questo aspetto ha generato molti dubbi sulla possibilità di poter garantire l’esistenza di batteri magneto-tattici.
In ogni caso questi aspetti, seppur non hanno permesso fino ad oggi di stabilire o meno l’esistenza di vita su Marte, hanno stimolato il serio interesse a proposito di queste tematiche, basti pensare che due anni dopo l’uscita della prima importante pubblicazione sul meteorite marziano fu fondato l’Istituto di Astrobiologia, il cui primo direttore fu il premio Nobel Baruch Blumberg, un biochimico.
Per approfondimenti: https://ingvambiente.com/2020/09/25/alh8400-ovvero-vita-morte-e-miracoli-di-un-batterio-marziano-in-antartide/